Ieri sera l'ho abbracciato forte. Ne ho aspirato il profumo,
tastato la consistenza. Assaggiarlo, no, non più. Era l'addio al pane (nello
specifico bio, Margherito). Perché da oggi inizio una vita gluten free. E
pretendo una carezza.
Per
anni pensi che il tuo corpo sia solo un po' diverso da quello che indossano
gli altri. Il tuo s'allarga più del dovuto qualche volta, magari duole
all'altezza dell'addome e poi ti lascia stanco, più stanco di quanto dovrebbe. Ti dici
che è lo stress.
O che la colpa è di quel maledetto colon irritabile. Irritabile come te, d'altronde.
O che la colpa è di quel maledetto colon irritabile. Irritabile come te, d'altronde.
Poi un giorno, per caso, arriva la diagnosi: sei celiaca.
Appartieni a coloro che mangiano cibo non "contaminato" da quello che
solo il giorno prima era fonte di felicità. E cioè il grano. Così la pizza,
il pane appena sfornato, i biscotti, e persino gli snack che rubacchiavi dalla
dispensa da bambina, vanno messi da parte come ricordi di un'altra vita.
Roba
da matti, pensi.
Ma
poi ti rimbocchi le maniche. Pensi che il cibo davvero buono sia quello che ci fa
stare bene. Allora benvenuti riso e mais, benvenuti quinoa e amaranto. È tempo di scoprire come far da sé.
Un
aiuto mi arriva dalle blogger in giro per la Rete, prima ancora che dai testi
specializzati.
Darò
una mano anche io, da subito.
2 commenti:
Cellina, piacere di conoscerti!
Positiva, brava è così che deve essere. Non c'è più il glutine, ma ci sarà il benessere.
A presto, Ellen
Grazie Ellen, mi farò guidare dalla vostra esperienza. A presto
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